Un mercante, vedovo, era partito per un viaggio d’affari
lasciando a casa il figlio piccolo.
Durante la sua assenza arrivò un gruppo di banditi che
saccheggiò e poi incendiò l’intero villaggio. Il mercante, al ritorno, non
trovò più la sua casa, ridotta a un cumulo di ceneri, e lì vicino trovò il
cadavere carbonizzato di un bambino. Si gettò a terra e pianse a lungo,
battendosi il petto e strappandosi i capelli.
Il giorno dopo, il mercante fece cremare il piccolo corpo,
quel figlio così caro era l’unica ragione della sua esistenza, dunque cucì un
bel sacchettino di velluto e vi mise dentro le ceneri. Dovunque andasse,
portava con sè quel sacchetto. L’aveva sempre addosso, quando mangiava, quando
dormiva, quando lavorava.
In realtà suo figlio era stato rapito dai banditi. Tre mesi
dopo era riuscito a scappare e a tornare a casa; arrivò che erano le due di
notte, bussò alla porta della nuova casa che il padre si era costruito. Il
povero padre, che giaceva a letto in lacrime, stringendosi al petto il
sacchetto con le ceneri, chiese: “Chi è?” “Sono io, sono tuo figlio!” Il padre
rispose: “E’ impossibile, mio figlio è morto; ho cremato il suo corpo e porto
con me le ceneri. Devi essere un bambino cattivo che sta cercando di
imbrogliarmi. Vattene! Smettila di disturbarmi!”
Si rifiutò di aprire la porta. Il bambino non trovò alcun
modo di entrare in casa: dovette andarsene, e così quel padre perse per sempre il figlio
Se ad un certo punto della vostra vita prendete per verità
assoluta un idea o una percezione, state chiudendo la porta della mente ed alla
fine della ricerca della Verità. Non solo smette di cercare la Verità ma se
anche venisse la Verità in persona a bussare alla vostra porta, vi rifiutereste
di aprirle.
Storia e parole
del Buddha
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