mercoledì 14 ottobre 2009

SEPARAZIONE E RICORDO

Un giorno provai ad alzarmi in volo, provai l'ebrezza di lanciarmi nel vuoto, provai a sfidare le leggi della gravità, studiai e sperimentai tecniche nuove e cercai i luoghi e le correnti giuste ... ma le mie ali , al pari di quelle di Icaro, si sciolsero quando stavo per toccare il sole ....
Precipitai ... tentai di planare ma ... il mio atterraggio di fortuna riuscì a metà. Ora l'infinita gioia che pervase il mio cuore ha lasciato il posto al dolore e , quasi incapace di muovermi, sto pensando a dove ho sbagliato. Ripasso mille volte con la mente ogni istante, ogni secondo di quell'indimenticabile volo.
Forse ora è meglio che la smetta di ingannarmi. Forse ora è tempo che comprenda che le mie ali non mi porteranno mai più da nessuna parte. Forse è giunto il momento che capisca che queste ali, costruite con tanta pazienza ed infinito amore sono diventate inservibili. Queste ali, che mi hanno permesso di toccare il cielo sono diventate ormai solo un peso. Forse è giunta l'ora che mi rialzi e ricominci a camminare. Questa volta con i piedi ben saldi a terra. Dimenticando impossibili voli .
Evitando di guardare in alto ... evitando di guardare il sole e le stelle...
"Non esiste separazione definitiva finchè esiste il ricordo"
(Isabel Allende)

DISPREZZARE GLI ALTRI

C'era una volta una rosa, molto orgogliosa di essere la piu bella del giardino.
Ma era triste, perché gli uomini la ammiravano da lontano senza avvicinarsi. infatti, accanto a lei viveva un grosso ranocchio scuro. Un giorno la rosa, indignata, gli ordinò di andarsene e il ranocchio se ne andò obbediente.
Qualche tempo dopo, il ranocchio ripassò da lei...e che sorpresa quando vide la rosa smunta e avvizzita, senza piu un petalo e nemmeno una foglia.
- come sei messa! disse il ranocchio. - Che cosa ti è successo?
- da quando te ne sei andato, ogni giorno le formiche mi hanno mangiato un po alla volta e ho perso tutta la mia bellezza - rispose la rosa, profondamente addolorata.
- certo, disse il ranocchio, quando vivevo accanto a te mangiavo tutte le formiche, per questo eri la piu bella del giardino.

Morale
Tante volte disprezziamo gli altri perché ci crediamo migliori o piu belli di loro, e perché pensiamo che gli altri non ci servano. Dio non crea nessuno perché sia al primo posto nel mondo, tutti abbiamo qualcosa da insegnare agli altri e qualcosa da imparare. Nessuno ha il diritto di disprezzare un altro, perché forse ci sta facendo del bene che scopriremo solo piu tardi.
Eric de La Parraz Paz

SE LA MIA VITA FOSSE PROPRIO QUELLA VOLTA

Ma la vita è veramente come il gelato biscotto vaniglia e cioccolato?
Io preferivo la vaniglia, allora iniziavo a mangiarlo dal cioccolato, così me la tenevo per la fine.
Da vero cattolico mettevo il sacrificio davanti e la goduria dopo.
Una volta a metà mi è caduto, proprio quando dovevo mangiare la vaniglia... ploff! Per terra.
Una volta solamente.
E se la mia vita fosse proprio quella volta?
(FABIO VOLO)

FORTUNA O SFORTUNA ?

Racconta un'antica storia popolare cinese di un vecchio contadino al quale una mattina fuggì il cavallo che adoperava nel lavoro dei campi. Alla notizia i vicini di casa si recarono subito dal contadino per manifestargli la loro vicinanza in questo momento di grande sfortuna per lui. "Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo?!", si limitò a dir loro il vecchio contadino.Il giorno seguente, infatti, il cavallo fuggito fece ritorno alla stalla; aveva trascorso la notte sulla montagna e, tornando a valle, era stato seguito da una mandria di cavalli selvatici.Quando i vicini vennero a saperlo, subito corsero dal vecchio per congratularsi con lui della straordinaria fortuna che gli era capitata! "Fortuna, sfortuna, e chi può dirlo?!", sentenziò nuovamente il contadino.Fu così che quello stesso giorno il figlio del contadino decise di cavalcare il più forte dei cavalli selvaggi, per ammaestrarlo e utilizzarlo nel lavoro nei campi. Ma mentre tentava di domarlo, il cavallo selvaggio lo disarcionò, facendo cadere violentemente a terra il figlio del contadino che si ruppe una gamba.Ancora una volta la gente del villaggio non esitò nel correre a casa del contadino per piangere insieme a lui l'evidente disgrazia che su di lui si era abbattuta. Ma ancora un volta il vecchio non si scompose più di tanto e si limitò a sentenziare: "Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo?!"Avvenne infatti che in Cina scoppiò una terribile guerra e che i capi dell'esercito, che viaggiavano di villaggio in villaggio per reclutare soldati, vedendo il figlio del contadino con una gamba rotta non si fermarono e passarono oltre.
ANTICA STORIA POPOLARE CINESE