domenica 26 ottobre 2008

L'ABITUDINE DI AMARE

Al mattino, lei lo guardò in maniera strana, con un rispetto strano, malinconico, e disse: "Sai George? Hai proprio preso l'abitudine di amare."
"Che vuoi dire, cara?"
Lei lo abbracciò con uno sguardo, e sorrise. "Tu vuoi qualcosa da tenere tra le braccia, ecco tutto. Che cosa fai, quando sei solo? Ti stringi a un cuscino?"
Egli non disse nulla; era ferito fin nel profondo del cuore. Quella frase, "l'abitudine di amare," causò una rivoluzione in George. Era vero, pensava. Era fuori di sè, disgustato dall'istintiva reazione alla carezza della pelle contro la sua, alla pressione di un seno. Gli parve di vedere Bobby sotto una luce del tutto nuova. Non l'aveva affatto conosciuta prima. La ragazzina incantevole era scomparsa, ed egli vide una giovane donna cauta e indurita dalle sconfitte e dai fallimenti, cui egli non aveva mai smesso di pensare. S'accorse che la tristezza celata dietro quegli occhi neri faceva parte della personalità di lei; scorse il primo barlume grigio tra i capelli lisci di lei, e s'accorse che la curva gonfia della sua guancia era l'inizio del dolce passaggio alla mezza età. Rimase inorridito del proprio egoismo. Ora, pensò, l'avrebbe conosciuta sul serio, e, in cambio, lei avrebbe cominciato ad amarlo.
Brano tratto da "L'abitudine di amare" di Doris Lessing

CASA DI BAMBOLA

NORA: Tu non pensi e non parli come l'uomo di cui possa essere la compagna. Svanita la minaccia, placata l'angoscia per la tua sorte, non per la mia, hai dimenticato tutto. E io sono tornata ad essere per te la lodoletta, la bambola da portare in braccio. Forse da portare in braccio con più attenzione perché t'eri accorto che sono più fragile di quanto pensassi. Ascolta, Torvald; ho capito in quell'attimo di essere vissuta per otto anni con un estraneo. Un estraneo che mi ha fatto fare tre figli...Vorrei stritolarmi! Farmi a pezzi! Non riesco a sopportarne nemmeno il pensiero! HELMER: Capisco. Siamo divisi da un abisso. Ma non potremmo, insieme... NORA: Guardami come sono: non posso essere tua moglie. HELMER: Ma io non ho la forza di diventare un altro. NORA: Forse, quando non avrai più la tua bambola.
Brano tratto da "Casa di bambola" d'Ibsen edito d Einaudi